Wednesday, November 29, 2017

Una breve guida ad alcuni mieli

Dalla newsletters di un' amico apicoltore:

BREVE GUIDA AI MIELI*
Miele di Tarassaco (prati del Carmagnolese) 

Prodotto a inizio primavera sulla fioritura spontanea del Taraxacum officinale, è un miele di difficile produzione per la precocità di questa fioritura. Cristallizza in tempi rapidi in modo fine, formando una massa morbida e cremosa di colore giallo intenso. Ha odore e aroma intensi: un odore caratteristico con note animali che ricorda il formaggio stagionato, mentre al gusto richiama l'infuso di camomilla e le spezie fresche, lasciando in bocca una sensazione persistente di freschezza. Si consiglia di assaporarlo al cucchiaio. 

Miele di Erica Arborea (Macchia mediterranea della riviera ligure) 
Prodotto a inizio primavera sulla macchia mediterranea della riviera ligure, di cui questo arbusto è parte essenziale. E' un miele estremamente difficile da produrre per la precocità della fioritura. Cristallizza rapidamente in cristalli fini formando una massa morbida dal colore marrone chiaro. Ha un odore fresco e di caramello o zucchero grezzo cotto, mentre al gusto ricorda la caramella mou con una leggera nota amara. Si consiglia di assaporarlo al cucchiaio. 

Miele di Acacia (Colline del Canavese e collina torinese) 
Prodotto nel mese di maggio sulla fioritura di Robinia pseudoacacia, è un miele dal colore giallo paglierino che tende a restare liquido a lungo. Ideale per la dolcificazione del caffè e di quelle bevande di cui non si voglia alterare il sapore, in quanto ha odore e aroma di debole intensità. Ricorda al sapore i fiori di questa pianta, il confetto e la vaniglia. E' un miele che negli ultimi anni ha visto un calo drammatico delle produzioni a causa delle condizioni climatiche avverse. 

Miele di Millefiori di primavera (Collina torinese) 
Ogni anno diverso, il mio miele di millefiori di primavera è frutto del raccolto su fioriture spontanee della collina torinese da inizio aprile a fine maggio. Rimane abbastanza a lungo allo stato liquido per la forte componente di acacia e cristallizza poi in cristalli mediamente fini, da liquido ha colore ambrato scuro con riflessi rossicci, da cristallizzato diventa beige chiaro. Quest'anno l'aroma presenta note vegetali e delicate di acacia, ciliegio e salvia selvatica. Si consiglia spalmato sul pane a colazione o per dolcificare. 

Miele di Castagno (Valle Sacra, 500-600m s.l.m.) 
Prodotto in estate nei boschi collinari e di bassa montagna sulla fioritura di Castanea sativa, questo miele dal colore ambrato scuro rimane a lungo allo stato liquido. Ha un odore molto intenso, acre e aromatico, mentre l'aroma non è molto dolce, con un retrogusto decisamente amaro. Si consiglia al cucchiaio, o in abbinamento a formaggi e ricotte, ma ha anche un uso interessante in cucina nella preparazione delle carni. 

Miele di Tiglio (Valli di Lanzo, 700-800m s.l.m.) 
Prodotto in estate su due specie di Tilia, alberi dal profumo inebriante diffusi in vari tipi di territorio, in questo caso in ambiente montano. E' un miele molto aromatico, che da ambra chiaro diventa color crema cristallizzando in modo abbastanza compatto. Ha un odore fresco, mentolato e balsamico, così come l'aroma è intenso, fresco e normalmente dolce, molto persistente. Si consiglia nelle tisane, in abbinamento a macedonie o spalmato sul pane. 

Miele di Ailanto (Collina torinese) 
Prodotto all'inizio dell'estate sulla fioritura di Ailanthus altissima, un albero che si sta rapidamente diffondendo negli incolti e nei margini dei boschi. E' un miele, in questo caso, dal colore ambrato scuro,
caratterizzato da note fruttate molto intense, di latte di fico, che nel retrogusto ricordano il tè alla pesca. 


Miele di Millefiori d'estate (Collina torinese) 
Ogni anno diverso, il mio miele di millefiori d'estate è frutto del raccolto su fioriture spontanee della collina torinese da inizio giugno a metà luglio. Presenta anche una percentuale variabile di ailanto, tiglio, castagno. 

Miele di Fiori delle Alpi (Pian del Frais, Alta valsusa, 1700m s.l.m) 
Si tratta di due varietà di miele prodotte portando le famiglie d' api in alta montagna, a pochi passi dal Parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand. Qui, non appena le temperature si fanno più miti, verso la fine di maggio o l'inizio di giugno esplodono le fioriture di tutta la ricca flora alpina, dal rododendro al lampone al timo serpillo, dalla lupinella al trifoglio ai molteplici fiori presenti nei pascoli d'alpeggio, condivisi da api, capre e mucche da latte. E' un miele di difficile produzione per le possibili condizioni climatiche avverse. Cristallizza rapidamente dopo il raccolto. Quest'anno il primo raccolto (giugno) è ambrato chiaro, delicato ma con note marcate di tiglio, mentre il secondo (luglio) ha un colore beige chiaro, sempre delicato ma dal gusto un po' più intenso, fruttato e floreale, arricchito dalla presenza di melata di larice. Entrambi i mieli si gustano piacevolmente al cucchiaio o in abbinamento a pane, burro e formaggi. 

Miele di Melata di bosco o di metcalfa (collina torinese) 
Prodotto nei mesi di luglio e agosto, è l'ultimo raccolto dell'anno in collina torinese. E' il frutto di un raccolto che le api svolgono sulle foglie e sugli steli delle piante presenti nel bosco, ricoperte di una sostanza zuccherina estratta dalle piante grazie all'attività di una piccola farfalla (metcalfa pruinosa). Da ciò si origina un miele viscoso e scuro, color nero pece o cioccolato, dall'odore di conserva e di lievito. L'aroma non è eccessivamente dolce, a volte leggermente salato o acido. Ricorda al sapore la frutta secca, il malto, il dattero. E' un miele di estremo interesse per le sue proprietà benefiche, avendo un contenuto in sali minerali superiore a tutti gli altri mieli. Si consiglia con tutti i latticini, ricotta e yogurt greco in particolare.


CONSERVARE IL MIELE 

Vi consiglio di conservare il miele in un luogo fresco (non più di 18-20°C) e asciutto, al riparo dalla luce diretta. Questo contribuirà a mantenerlo integro come alimento e ad evitare la comparsa di difetti visivi. Il miele cristallizza più rapidamente ad una temperatura tra i 14 e i 16 gradi, mentre temperature più basse o più alte rallentano o riducono questo processo naturale. Il mio miele non subisce trattamenti termici, dunque cristallizza spontaneamente e in tempi rapidi, eccetto l'acacia, il castagno e la melata. Solo in casi di invasettamento successivo alla cristallizzazione utilizzo una camera calda a temperatura controllata (mai oltre i 35°) per un breve periodo. Allo stesso modo chi desiderasse riportare il proprio miele allo stato liquido, può scaldare il vasetto a bagnomaria, sempre senza superare i 35°. Ma vi consiglio ancor di più di consumare il miele cristallizzato così com'è, al massimo tenendolo per breve tempo in un luogo caldo della cucina per ammorbidirlo leggermente. Ogni tipologia di miele ha una sua cristallizzazione caratteristica, con consistenza morbida, pastosa o dura, dal cristallo fine al grossolano. Il miele cristallizzato ha anche la virtù di risultare meno dolce e più fresco al palato.
 

* Rielaborato liberamente da: Conoscere il miele, pubblicazione a cura del Cra- Istituto Nazionale di Apicoltura di Bologna, Edizioni Avenue Media, 2007.

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