Tuesday, November 30, 2021

L'uomo del New England

 I Rangers di Rogers


È nella natura dei grandi avvenimenti far scordare i grandi avvenimenti precedenti. Così accadde con la cosiddetta «Guerra del Sette Anni», combattuta sul continente norda mericano, che ebbe in sorte di svolgersi all'antivigilia della Rivoluzione Francese, in Europa, e della Guerra d'Indipen denza, in America, e che per questo è poco nota ai più. Ep pure, come scrisse in un'occasione Voltaire, quel colpo di cannone sparato in America propagò l'incendio fino all'Eu ropa. In realtà, il «colpo di cannone» fu più modestamente una scarica di fucileria di pochi boscaioli comandati da un virginiano, George Washington, affiancato dalla guida Cri stopher Gist e da un capo indiano dei Seneca, Half-King. Furono questi miliziani infatti ad aprire il fuoco contro i Francesi di Fort Duquesne che bivaccavano sui banchi di sabbia della Ohio Company, sulle sponde del fiume Mo nongahela, un affluente dell'Ohio. Per la cronaca quel bre ve combattimento costò la vita a un giovane ufficiale france se, Coulon de Jumonville, e a nove soldati. Era la fine di maggio dell'anno di grazia 1754. In quella stessa primave ra, in Inghilterra, le belle ladies in piume di fagiano e i giova ni lords, in giustacuore di velluto e giacche ricamate, pas seggiavano sulla Rotonda di Ranelagh Gardens, mentre a Versailles la nobiltà in seta e parrucche incipriate s'inchina


va al passaggio di Luigi XV e della sua Pompadour. In precedenza, fra i coloni francesi del Canada e quelli. inglesi del New England era stata combattuta una guerriglia di piccolo cabotaggio consistente in uno stillicidio di aggua ti e di razzie agli avamposti di frontiera. I Francesi con i loro alleati Abenaki; gli Inglesi, che già cominciavano a chia marsi «Americani», a fianco degli Irochesi.


Francia e Inghilterra si disputavano i territori di caccia di quello che allora era considerato il Grande West - Ohio, Kentucky e Illinois - strumentalizzando le tribù indiane di quelle regioni che, istigate da mercanti e agenti delle due parti, depredavano, uccidevano e bruciavano gli insedia menti colonici sulle frontiere. Prima i Francesi, subito dopo gli Inglesi, iniziarono il commercio degli scalpi. Le capiglia ture venivano pagate a caro prezzo e quelle più lunghe, del le donne, servivano a confezionare parrucche per gli aristo cratici imbellettati d'Europa. La sponda orientale dell'Ohio era chiamata «Tomahawk Line» perché ogni tante miglia un'accetta indiana - piantata sul tronco di un albero lungo la riva occidentale del fiume - era li a testimoniare che da quella parte cominciava il territorio indiano. E fu appunto in territorio indiano che il governatore del Canada, marchese de la Galissonière, pensò di costruire una catena di posti fortificati per unire il Canada alla Louisiana e contenere così la penetrazione dei coloni inglesi. Per prendere possesso in nome del re di Francia di quelle regioni fu inviato nel 1749 Celeron de Bienville, cavaliere di San Luigi e capitano delle truppe coloniali, che, assieme a cacciatori canadesi e preti gesuiti, segul il corso dell'Ohio, allora conosciuto come la Belle Rivière, sotterrando lungo il tragitto placche di piombo. con incisi i gigli di Francia.


Oltre a dover contenere l'espansione francese, gli Inglesi avevano i loro problemi anche con gli indiani, in particolare con gli Abenaki. I contrasti con questo popolo risalivano al XVII secolo quando, dopo la guerra con il re pellerossa Fi lippo (Metacomet), sakem dei Wampanoag, i coloni inglesi avevano spogliato gli Abenaki delle loro terre, massacran done una buona parte e riducendo i superstiti in schiavitù. In seguito, molti Abenaki si ritirarono verso nord, presso i loro confratelli del Maine e del Canada, e con il consenso delle autorità coloniali francesi si stabilirono alle foci del fiu mi Richelieu, Saint François e Chaudière, tutti affluenti del San Lorenzo. Naturalmente, questi indiani rimasero acerrimi nemici dei coloni inglesi. Uno dei loro villaggi, quello sul Saint François, alla bocca del fiume omonimo, fu la base di partenza per le bande indiane che attaccavano e massa cravano i coloni del New Hampshire, del Vermont e del Massachusetts. Obbiettivo dei partigiani franco-canadesi erano i villaggi sulle sponde di quel lago Champlain che un tempo si chiamava lago Irochese. 


Così, sulle sponde del Champlain, Inglesi, Francesi e in diani si azzuffarono per quasi un secolo, a cominciare dalle spedizioni punitive dei pellerossa canadesi guidati da La Morgan (1689 e 1697), per proseguire con quelle inglesi di Winthrop (1702) e di Shuyler (1713), e con le altre svoltesi durante la Guerra della Regina Anna» e la «Guerra del Re Giorgio». E per finire appunto con quella che in Europa fu chiamata "Guerra dei Sette-Anni», in America «Guerra Franco-Indiana» e in Canada «Guerra della Conquista>>, che è poi il medesimo conflitto sul cui sfondo Dino Battaglia ha ambientato l'episodio da lui raccontato e disegnato in questo volume. 


Per poter inquadrare storicamente la vicenda narrata nel I'«<Uomo del New England», bisogna rifarsi a quella che era la situazione strategica della regione dei laghi in quegli anni.

I Francesi avevano eretto una catena di forti sulle rive del la go Champlain. Nel 1731 avevano costruito Fort St. Frede rick, nel pressi di un antico posto commerciale olandese irochese chiamato, nelle varie lingue, Crun-Punt, Crown Point o Painte de la Chevelure per via di una storia di sco tennamenti. Nel 1756 costruirono Fort Carillon, cosiddetto per il rumore che provocano le acque del fiume Ticondero ga a Tonondoroga frastagliandosi in rapide sotto gli spalti del forte. Più a sud, gli Inglesi avevano invece eretto Fort William Henry (1755) sul lago George, Fort Edward suitHud son River e Fort Anne sul Wood Creek. Nel territorio com preso fra queste postazioni fortificate, negli anni che vanno dal 1755 al 1759, i due schieramenti contrapposti combat terono una strana guerra, fatta di imboscate più che di bat taglie campali, dominata più dall'astuzia e dall'inganno che dal valore in campo aperto. Protagonisti e vincitori della pri ma fase di questa guerra furono i 2500-provinciali- ameri cani al comando di Sir William Johnson che seppero scon figgere un'agguerrita coalizione formata da 216 regolari del reggimenti francesi del Languedoc e La Reine, da 600 ca nadesi e da 600 indiani, questi ultimi quidati dal barone


Dieskau, un tedesco al soldo del re di Francia Nel 1755, a 24 anni d'età, entrò sulla scena della-Guerra dei Sette Anni- Robert Rogers, nativo di Methuen, un pic


colo villaggio di frontiera del Massachusetts. Ed entro sulla scena trascinandosi dietro una settantina di volontari, un'accusa per spaccio di moneta falsa e un brevetto di ca pitano. Già nel settembre di quello stesso anno, Sir John son affidò a Rogers il compito di spiare movimenti del Francesi a nord. Rogers seppe portare a termine con suc cesso la missione, guadagnandosi la stima del comando inglese, l'incondizionata fiducia del suol uomini - che da allora in poi lo avrebbero seguito con una tede sconfinante nel fanatismo e la fama di antagonista numero uno pres so Francesi, quali misero una taglia sulla sua testa. Nel marzo 1756, Rogers fu incaricato dal governatore Shirley, a Boston, di formare le prime compagnie di quello che sareb be passato alla leggenda come il corpo del Rangers


Il '56 e il '57 furono anni duni e difficili per i Rangers che persero parecchi uomini, tra cui il fratello di Rogers, Ri chard, morto di vaiolo a Fort William Henry, Inoltre, durante un'assenza del loro capitano, dovuta a malattia, i Rangers si ribellarono agli ufficiali dell'esercito regolare e Rogers ebbe poi il suo da fare per riorganizzare alla meglio le compa gnie e per riprendere a battere boschi intorno al lago Champlain conducendo azioni di guerra partigiana.


Nel marzo 1758, Rogers e 200 dei suoi Rangers muniti di pattini attraversarono la superficie gelata del lago George, arrivarono in territorio nemico, calzarono le racchette per muoversi sopra il terreno boscoso ancora ricoperto di neve e attaccarono di sorpresa una colonna di indiani canadesi, sgominandola. Questa, passata alla storia come «La Battaglia delle racchette di neve-, si concluse con una disastrosa ritirata del Rangers, incalzati dal rinforzi francesi giunti da Fort Carillon. Rogers perse 130 uomini. Fort Carillon rappresentava una maligna spina nel fianco


degli Anglo-americani che, in quello stesso anno, lo attac carono in forze. Ma ebbero la sfortuna di trovare al coman do del difensori Franco-canadesi del forte un validissimo ufficiale, Louis-Joseph marchese di Montcalm di Saint Ver san, che li respinse con una brillante operazione di difese elastica. Quello stesso Montcalm il quale, l'anno preceden to, aveva espugnato Fort William Henry e costretto alla resa la sua guarnigione (che, in parte, venne massacrata). Nel novembre 1758, tuttavia, fu Montcalm a trovare pane per i suoi denti quando il comando della fronte avversaria fu affi dato al generale Amherst. Questi, nell'estate successiva. conquistò Fort Carillon, ribattezzandolo Fort Ticonderoga. Le truppe di Amherst si spinsero in seguito ancora più a nord, occupando altre importanti posizioni strategiche, fra


cui Fort Frederick e Crown Point. Nell'agosto 1759, a Crown Point, Rogers ricevette un or dine segreto di Amherst. Alle compagnie del Rangers fu ag gregata una banda di indiani Mohegans di Stockbridge, co mandata dal capitano pellerossa Jacobs, della loggia mas sonica di Boston (della quale faceva parte lo stesso Ro


Il 13 settembre, alla testa di 190 uomini, Robert Ro gers). gers - promosso qualche mese prima al grado di maggiore -partl da Crown Point con il preciso obbiettivo di attaccare e distruggere gli insediamenti Abenaki sul fiume St. Francis (o St. François) e quelli francesi sulla riva meridionale del San Lorenzo: 250 chilometri in territorio nemico, tra foreste. paludi e rapide tumultuose. (Il giorno dopo, il 14 settembre 1759, sulle pianure di Abramo, davanti a Quebec, Mont calm sarebbe stato ucciso nel corso dell'unica grande batta glia di annientamento della «Guerra dei Sette Anni-). La mia presentazione termina in quella fredda mattina del


l'incipiente autunno nordamericano per lasciare posto alla storia di Dino Battaglia, bellissima per disegni e colori.. Poche volte mi sono commosso di fronte a rievocazioni degli indiani del Settecento. Anzi, due sole volte. La prima, leggendo due quartine della poesia -Ticonderoga- di Ro bert Louis Stevenson. La seconda, quardando le tavole di Battaglia. 


Mi resta soltanto da aggiungere poche note per il lettore curioso. Dopo i gloriosi anni con | Rangers, il maggiore Ro gers ebbe una vita difficile. Durante la Rivoluzione combattè contro la sua gente. A Londra, dove emigrò, finl in prigione per debiti. E nella capitale del grande impero concluse i suoi giorni, dimenticato da tutti e miserabile nel corpo e nello spirito. Ci sono ancora due o tre cose che so di lui, ma questa è un'altra storia.


Hugo Pratt






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