di Federico Giannini, Ilaria Baratta , scritto il 29/11/2019, 15:46:25
Finalmente rivelata la scoperta dell'Ombra di San Gimignano, statua
etrusca in bronzo del III secolo a.C.: è uno dei rinvenimenti più
importanti degli ultimi anni.
È stata finalmente rivelata una delle più importanti scoperte di archeologia etrusca degli ultimi anni: si tratta dell’Ombra di San Gimignano, una meravigliosa e sorprendente statuetta votiva in bronzo rinvenuta nel 2010 nel territorio di San Gimignano (Siena) durante alcuni lavori di ristrutturazione di un edificio privato nei pressi del torrente Fosci, tra le colline che da San Gimignano scendono verso la Valdelsa. La statua è esposta per la prima volta al pubblico al Museo Archeologico di San Gimignano nell’ambito della mostra Hinthial. L’Ombra di San Gimignano. L’Offerente e i reperti rituali etruschi e romani (dal 30 novembre 2019 al 31 maggio 2020).
Quando fu ritrovata nel 2010, la statua in bronzo si trovava sepolta
in un terreno: ad accorgersi della sua presenza sono stati gli operai
che stavano eseguendo i lavori, e che notarono tracce di colore verde
acceso nella terra. L’approfondimento immediato rivelò che lì si trovava
una figura maschile in bronzo, che era stata deposta in posizione
prona. I lavori hanno poi subito un’interruzione per dar modo alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo di avviare la campagna d’indagini cui è seguito uno scavo che ha fatto emergere una vasta area sacra etrusca all’aperto,
in uso per almeno cinquecento anni dal III secolo avanti Cristo fino al
II secolo dopo Cristo. Il bronzetto era adagiato lungo il margine
meridionale del blocco, non a diretto contatto con quest’ultimo, e con
la testa deposta verso ovest. Si trattava di una deposizione rituale.
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Arte etrusca, Ombra di San Gimignano (prima metà del III secolo a.C.; bronzo, altezza 64,6 cm; San Gimignano, Museo Archeologico)
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Arte etrusca, Ombra di San Gimignano, dettaglio
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Arte etrusca, Ombra di San Gimignano, dettaglio
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Arte etrusca, Ombra di San Gimignano, dettaglio
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Arte etrusca, Ombra di San Gimignano, dettaglio
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Arte etrusca, Ombra di San Gimignano, dettaglio
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La statua giaceva infatti sepolta vicino a un monolite in pietra
squadrato che aveva ruolo di altare, sul quale venivano compiuti riti con offerte religiose alla divinità del luogo;
sul monolite sono state trovate tracce di esposizione al fuoco. L’area
sacra, attorno alla quale sono state scoperte anche monete, frammenti in
ceramica, unguentari integri e frammenti di laterizi, era situata
vicino a una sorgente: questo elemento potrebbe rimandare al culto per
divinità legate all’acqua e alla terra. La statua ritrovata è quella di
un offerente ed è del tipo dei bronzetti allungati di età ellenistica, simile alla celeberrima Ombra della sera di Volterra. La scultura è stata riconosciuta come la più elegante nel nucleo di bronzi finora attestati. Esattamente come l’Ombra della sera, anche l’Ombra di San Gimignano appartiene infatti a una produzione seriale: in questo caso si tratta di un’opera che presuppone i modelli della grande plastica del primo ellenismo con reinterpretazione dell’ex-voto a fettuccia allungata di derivazione centro-italica, ancorato a forme della tradizione religiosa locale. Statue simili, a cui si collegano sia l’Ombra di San Gimignano sia l’Ombra di Volterra,
sono state ritrovate anche nel Lazio (Nemi), nelle Marche (Ancona) e
nell’Etruria centro-settentrionale (Orvieto, Chiusi, Perugia, Vetulonia,
Volterra e rispettivi territori). A differenza della maggior parte
degli altri esemplari, tuttavia, l’Ombra di San Gimignano ha
un’importanza peculiare per il fatto che conosciamo in dettaglio la
provenienza da un contesto certo, per di più sacro. Inoltre, la
statuetta senese spicca per la sua dimensione: un’altezza di 64,6
centimetri e un peso di 2200 grammi.
La statua rappresenta una figura maschile stante che indossa una toga
che arriva fino ai polpacci lasciando scoperti la spalla, il braccio
destro e gran parte del torace, mentre ai piedi l’offerente indossa dei
calzari con allacciatura alta. La mano destra tiene una patera ombelicata
(che si ritrova in molte sculture etrusche, specialmente nella
statuaria funebre), mentre la sinistra, che aderisce al corpo, fuoriesce
dal manto col palmo rivolto all’esterno. Le gambe sono leggermente
divaricate e suggeriscono un lieve movimento verso sinistra, mentre i
tratti del volto, delineati con eccezionale naturalismo,
sono ben marcati, con grandi occhi evidenziati, un naso pronunciato,
una bocca carnosa, un mento con fossetta centrale. Sorprende inoltre la capigliatura,
disposta a ciocche mosse realizzate con profonde solcature che da una
scriminatura posteriore si dispongono verso il volto a coprire parte
della fronte oltre alle orecchie. Se dunque l’Ombra della Sera è raffigurata nuda (si tratta infatti di una figura infantile), l’Ombra di San Gimignano è vestita in quanto il personaggio rappresentato potrebbe essere un sacerdote.
L’artista che creò l’Ombra di San Gimignano probabilmente proveniva proprio dall’antica Volterra (Velathri
in etrusco): il vicino santuario della Torraccia di Chiusi era del
resto uno dei luoghi di confine del territorio volterrano, e le “fauci”
da cui deriva il nome del torrente Fosci costituivano l’ingresso
nell’area sottoposta al controllo di Volterra. La forma della statua
rimanda ai modelli che si diffusero a partire dal III secolo a.C. in
Etruria centro-settentrionale, dove vi giunsero grazie alla circolazione
all’interno delle botteghe locali di artigiani itineranti, provenienti
soprattutto dall’area tiberina. La toga e i calzari (“calcei”) di tipo
senatorio richiamano infatti la figura dell’Arringatore, che probabilmente era un grande bronzo votivo
raffigurante un personaggio in atteggiamento di orante e il cui
abbigliamento era quello tipico dei cortei di magistrati nell’Etruria
del secondo venticinquennio del III secolo a.C. Anche questi elementi
concorrono a datare l’Ombra di San Gimignano entro la metà del III secolo a.C.
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La zona del ritrovamento dell’Ombra di San Gimignano in località Torraccia di Chiusi
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L’area di scavo dell’Ombra di San Gimignano
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La scultura al momento del ritrovamento
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La scultura esposta alla mostra Hinthial. L’Ombra di San Gimignano
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La scultura esposta alla mostra Hinthial. L’Ombra di San Gimignano
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La scultura esposta alla mostra Hinthial. L’Ombra di San Gimignano
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La scultura esposta alla mostra Hinthial. L’Ombra di San Gimignano
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La scultura esposta alla mostra Hinthial. L’Ombra di San Gimignano
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L’Ombra di San Gimignano è stata posta al culmine di una mostra il cui titolo, Hinthial,
è traducibile allo stesso tempo come “anima” e “sacro” ed è concepito
come un’immersione nel paesaggio sacro di San Gimignano in età etrusca e
romana. La mostra vuole suggerire la presenza dell’area di culto in un percorso rituale che richiama gestualità e percezioni dell’Offerente: in questo modo i curatori della mostra, Enrico Maria Giuffrè e Jacopo Tabolli,
hanno voluto far riemergere questo capolavoro dalla sua sepoltura
raccontando delle speranze, delle preghiere e delle offerte avvenute per
più di cinque secoli in questo luogo sacro che si trovava ai confini
dei territori dell’antica Volterra in età ellenistica.
“La straodinarietà di questa scoperta”, ci ha detto Jacopo Tabolli,
“sta nel fatto che esistono veramente poche statue di questo genere: la
più nota è l’Ombra della Sera di Volterra. L’Ombra di San Gimignano
è un’altra di questa serie di bronzetti allungati che da modelli
tiberini, quindi del Lazio, progressivamente si irradia nell’Etruria.
Sicuramente è di fattura eccezionale: l’artista che l’ha realizzata,
nella prima metà del III secolo, segue modelli classici di altissimo
livello. Della serie di bronzi allungati, questo è l’unico che proviene
da un contesto anche sacro e questo ci dà la comprensione della funzione
di questo oggetto, di un valore eccezionale. Si tenga conto inoltre del
fatto che, a partire dalla sua deposizione, dalla seconda metà del III
secolo, per cinquecento anni sulla sua sepoltura accanto all’altare si è
concentrata l’azione degli offerenti etruschi prima e romani poi,
quindi, nonostante la romanizzazione che si stava verificando sul
territorio, quest’ultimo manteneva una sua identità sacra che
travalicava le differenze politiche”.
Quanto al fatto che il rinvenimento dell’Ombra di San Gimignano sia un evento eccezionale,
Tabolli sostiene che “scoperte di questo tipo sono molto rare, anche se
in realtà il nostro territorio è ricchissimo”. Quello che tuttavia
Tabolli vuole sottolineare è un altro aspetto: “non è importante
quantificare quante sono e quante potrebbero essere le opere di questo
tipo”, conclude, “l’importante è ribadire come il controllo delle
attività di scavo sia sempre repentino, perché la delicatezza di casi
come questi sta nel fatto che la scoperta, molto spesso, non viene da
una campagna di scavi preordinata, ma da lavori ordinari. Come nel caso
di questa statua: viene aperta una conduttura, e spesso ci si imbatte in
qualcosa del genere, e questo ci chiama alla responsabilità della
tutela del nostro sottosuolo, da considerare come un patrimonio
immenso”.
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Gli autori di questo articolo: Federico Giannini e Ilaria Baratta
Gli articoli firmati Finestre sull'Arte sono scritti a quattro mani da Federico Giannini e Ilaria Baratta. Insieme abbiamo fondato Finestre sull'Arte nel 2009. Clicca qui per scoprire chi siamo
Decisamente inferiore come risultato artistico rispetto all'ombra
della sera di Volterra al Museo Guarnacci. interessante comunque il
ritrovamento... probabilmente potrebbe essere esposta a Volterra dove
avrebbe il diretto confronto visivo e materico ficiso con quella
volterrana. Renzo Marrucci. Milano, 30.11.2019
NON è UN "OMBRA" PER IL MOVIMENTO IMPRESSO ALLA FIGURA CERTO MA
CONCRETA IMMAGINE DI UNA SCULTURA LO STESSO INTERESSANTE SENZA DUBBIO...
IL CARATTERE VIVO E DINAMICO CHE IL MOVIMENTO DELLE GAMBE IMPRIME
ALL'IMAGINE VERTICALE, SCOMPONE L'ASSETTO DELLA SCULTURA CHE
AVVILUPPANDOSI, neL CORPO, IN UN PANNEGGIO DIAGONALE, DAL MOVIMENTO
MONOTONO, LA PRESENTA DEL TUTTO LONTANA DALLA FILOSOFICA PUREZZA
PrESENTE DELL'OMBRA DELLA SERA DI vOLTERRA. milano 30.11.2019
I agree with Renzo Marrucci, this sculpture and the one in Volterra
art not depictions of shadows. It's significant that they are both
thinner seen from the side than from the front, and their thinness when
seen from the side is greater than their thinness seen from the front.
Both also have a variable degree of thinness seen from the front: they
are both slightly pear-shaped. It would be good to do a metrical
analysis of their distortions, as in D'Arcy Wentworth Thompson's book:
https://www.amazon.it/Growth-Form-Canto-Classics-English-ebook/dp/B00JXII62O
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